Leslie Meyer

1927-2019

Le cose da fare sono molte il tempo per farle poco.

Ars longa vita brevis


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Biografia


Leslie Meyer nasce a Roma nel 1927 ed è pittore attivo a Milano dagli anni 50 del secolo scorso fino al 2019.
Da giovane diventa tecnico della decorazione artistica del vetro: alle vetrerie Fontana Arte produce vetri per luci di grande raffinatezza tecnica ed estetica. Forse da queste premesse deriverà la trasparenza e la luminosità dei quadri che in seguito dipingerà, risolti sempre con lieve materia.
Nel dopoguerra in Accademia di Brera frequenta la scuola di figura tenuta dal pittore Aldo Salvadori: ne deriva il rigore del disegno e l’eleganza nella composizione. Con Salvadori in quegli anni insegnavano famosi artisti come Marino Marini che era già stato collega di Salvadori quando ambedue insegnavano all’Istituto superiore di industrie artistiche in Villa Reale a Monza, prima della guerra.
A metà anni ‘50 Meyer inizia ad esporre presso le gallerie private come tutti gli artisti della sua generazione in una stagione in cui i premi di pittura e le gallerie avevano un ruolo vivacissimo nella promozione culturale. Espone in mostre personali e su invito a rassegne di gruppo come la Biennale di Milano del 1959, la mostra “Arte figurativa italiana” al Palazzo della Permanente in via Turati a Milano nel 1966. Fondamentale è la personale alla Galleria comunale d’arte moderna di Gallarate nel 1990; nel 1999 espone alla Galleria d’arte moderna di Bellinzona.
Tra i testi critici e le recensioni sui giornali dell’epoca spicca il nome di Dino Buzzati sul Corriere della Sera.
Meyer si dedica anche all’incisione all’acquaforte producendo cartelle accompagnate da testi di scrittori, tra i quali Raffaele Carrieri.
Nel 2003 espone alla rassegna dedicata ad Aldo Salvadori e ai suoi amici pittori: “Quatre générations de peintres”, al Palazzo delle Nazioni di Ginevra, visitata da un pubblico internazionale. Accanto a Meyer, Leonardo Cremonini, e Vincenzo Radino, padre del famoso fotografo milanese Francesco Radino.
Nel 2005 espone in personale alla Saletta Reale di Monza invitato dall’Associazione Amici dei Musei di Monza nella serie di mostre intitolata “Il colore trasparente” a cura di Alberto Crespi. Figure in interni, nudi femminili, nature morte di oggetti, composizioni di fiori, paesaggi, vengono incontro emergendo dall’ombra verso la luce con grande eleganza.
Ma intorno al 2000 l’artista rivoluziona il proprio linguaggio abbandonando tele e pennelli. Lavora solo su carta che si fabbrica da sé e utilizza solo pigmenti naturali.
I frammenti di carta sono macerati nel colore ad acqua e diventano essi stessi materia pittorica: pressati sul foglio che li ingloba, vengono a volte lasciati in rilievo, a volte appianati.
Se le tonalità preferite dei quadri erano: grigi, ocre e bruni, ora il colore irrompe a tutta tavolozza in composizioni sempre più decisamente astratte. Il lavoro è lungo e accuratissimo. I frammenti, come le tessere dei mosaici. Il risultato è sempre di un ordine perfetto e di una freschezza pittorica eccezionale: una stagione fertile e gioiosa.
Opere di Meyer in collezioni museali: la Raccolta Bertarelli al Castello Sforzesco, la Fondazione di Corrente a Milano, l’Archivio del Contemporaneo dell’Accademia Nazionale di San Luca in Roma della quale Meyer era Accademico dal 1995.

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